Tutti conosciamo le api perché producono una sostanza di eccellenza come il miele e per i colori giallo e nero che le rendono molto visibili e le contraddistinguono da altri insetti.
L’ape da miele è in effetti una specie della grandissima famiglia delle api, che conta ben 20.000 specie differenti e di cui ci piacerebbe farvi conoscere qualche curiosità in più!
Sapevate che le api hanno 4 ali? Sembra una banalità, invece questa caratteristica è un fattore che distingue l’ape dalla vespa, ovvero l’insetto che più le assomiglia e che spesso confondiamo con essa. In realtà la vespa ha 2 ali, appartiene appartiene alla famiglia delle vespidae ed è carnivora, a differenza dell’ape che è erbivora.
Le ali e il trasporto del polline
Le api possono trasportare una grande quantità di polline, ma come fanno? Grazie ad una caratteristica molto particolare proprio delle ali: quelle anteriori infatti sono collegate alle posteriori per mezzo di un uncino, grazie al quale le api possono disporre di un’unica superficie alare in grado di agevolare il volo a pieno carico, cioè quando hanno finito il loro giro di raccolta del polline.
In passato si pensava che questi insetti vedessero in bianco e nero.
Le api invece, hanno uno spiccato senso del colore, e i fiori sono sgargianti di mille colori proprio per catturare la loro attenzione e fare in modo che raccolgano il loro polline.
Se paragoniamo la vista delle api con quella dell’uomo, noteremo che l’occhio delle api ha una banda visibile semplicemente spostata verso lunghezze d’onda più corte: le api vedono dall’ultravioletto al giallo, gli uomini dall’azzurro al rosso. Le api, quindi, non percepiscono il rosso, lo vedono nero, come per noi risulta invisibile l‘ultravioletto.
I fiori si sono evoluti per attirare l’attenzione delle api!
Noi uomini vediamo i petali dei fiori come macchie colorate più o meno uniformemente, invece questi hanno delle parti che riflettono la luce ultravioletta (UV) e altri che la assorbono.
Il risultato è che le api vedono i fiori in maniera molto diversa dalla nostra, potremmo dire come una pista di atterraggio, dove alcune parti sono nere (quelle che riflettono la luce UV) e altre colorate (quelle che assorbono la luce UV). Questa differenza permette alle api di distinguere il tipo di fiore che vedono rispetto ad altri.
La visione dei colori nell’ape è variabile.
Quando l’ape vola velocemente verso un fiore o verso l’alveare, non percepisce i colori.
In questi momenti, infatti, a lei serve orientarsi e individuare eventuali ostacoli, per cui ogni altra informazione sarebbe superflua e il suo cervello fa in modo di non utilizzarla.
Pensate che durante il tragitto di ritorno dalla bottinatura, quando l’ape vola molto veloce, può capitare che si sbagli ed entri nell’alveare sbagliato, proprio per la sua incapacità di discriminare i colori.
Le antenne delle api sono dotate contemporaneamente del senso dell’olfatto e del tatto.
Sono orientabili, e permettono alle api di comprendere la forma degli oggetti, annusandoli: per loro una goccia e una striscia di miele hanno un profumo completamente diverso.
L’associazione tra tatto e olfatto delle api è analoga alla nostra esperienza, messa in pratica sin dall’infanzia, di integrare ciò che percepiamo con i nostri occhi e ciò che sentiamo con le nostre mani.
Proprio grazie alle antenne, le api riescono ad effettuare ad esempio la cura delle larve o la costruzione dei favi all’interno dell'alveare, anche al buio.
Data la loro importanza nelle percezioni e sensazioni, l’ape pulisce costantemente le sue antenne dal pulviscolo atmosferico.
Antonio Barletta,
Apicultore Urbano, Responsabile Urbees
Antonio Barletta, fondatore di Urbees, terrà 4 incontri nelle città di Milano e Torino.
Negli incontri ci si avvicinerà all’alveare, non solo grazie alle interessanti informazioni e alle curiosità trasmesse da Antonio, ma anche fisicamente e in totale sicurezza.
Si parlerà di città a misura d’ape, di come api e uomo condividono il loro abitat, di quali misure prendono oggi le api per sfuggire ai problemi che incontrano e di quali vantaggi possono trarre dalla vita cittadina.
Visto che si parla di azione, non mancherà un vero e proprio laboratorio, in cui le persone potranno assaggiare il miele urbano, costruire nidi per ospitare le api solitarie sul proprio balcone e formare delle palline di terra e semi con una funzione molto particolare che vi verrà spiegata al momento, ovvero le beesboccia.
Ai partecipanti verrà offerto del miele urbano prodotto dagli alveari in visita.
Gli incontri hanno un numero limitato di posti, sono aperti a tutti previa iscrizione su questa pagina e si terranno nella primavera 2018.
Attenzione Location e date sono ancora da definire
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